22 dicembre 2032: un asteroide in rotta verso la Terra?

impatto asteroide 2032

Segnatevi la data: mercoledì 22 dicembre 2032, ore 15:03 (ora italiana). Secondo i calcoli più recenti, c’è l’1,2% di probabilità che l’asteroide 2024 YR4 colpisca la Terra. Un rischio basso – circa 1 su 83 – ma non nullo, tanto da attirare l’attenzione del Dipartimento di Difesa Planetaria dell’ESA, che sta monitorando con attenzione questo “sasso cosmico”.

Scoperto solo il 27 dicembre scorso dal telescopio ATLAS in Cile, l’asteroide ha un diametro stimato tra 40 e 100 metri. Sebbene le probabilità di impatto siano limitate, il suo passaggio non può essere ignorato.

Il precedente di Apophis

L’incertezza è destinata a ridursi con nuovi calcoli, soprattutto nel 2028, quando l’asteroide si avvicinerà di nuovo. È lo stesso scenario che si verificò con Apophis 99942, scoperto nel 2004 con un rischio iniziale di impatto del 3%. Con il tempo, stime più precise hanno abbassato la probabilità a 1 su 1 miliardo per il 13 aprile 2036.

Apophis, con i suoi 300 metri di diametro, è ben più grande di 2024 YR4 e nel 2029 passerà a soli 29.450 km dalla Terra, sotto l’orbita dei satelliti geostazionari. Solo allora avremo la certezza definitiva che nel 2036 non rappresenterà una minaccia.

Scala Torino: rischio da non sottovalutare

L’asteroide 2024 YR4 è stato classificato a livello 3 sulla Scala Torino, che va da 0 (nessun rischio) a 10 (impatto certo e catastrofico). Un corpo celeste delle sue dimensioni potrebbe colpire la Terra ogni 2-3 mila anni, con danni estesi su scala regionale. Nulla di paragonabile all’asteroide di 10 km che 66 milioni di anni fa causò l’estinzione dei dinosauri, ma comunque un evento da monitorare attentamente.

La difesa planetaria: un’arma a disposizione

Le analisi proseguiranno grazie all’International Asteroid Warning Network (IAWN) e allo Space Mission Planning Advisory Group (SMPAG). Tuttavia, l’umanità ha già dimostrato di poter deviare un asteroide. Nel 2022, la sonda DART della NASA ha colpito Dimorphos, alterandone la traiettoria.

Anche nello scenario peggiore, dunque, non siamo del tutto indifesi.